Storia delle Maschere di Venezia: Sai che…

La storia delle maschere del Carnevale di Venezia è intrecciata con le vicende della città e della Repubblica di Venezia. Le maschere veneziane non sono solo un accessorio irrinunciabile del celebre Carnevale di Venezia, ma sono state le protagoniste di scandali, tradizioni e usanze cittadine anche al di fuori delle feste sfrenate di Casanova.

Le origini della storia delle maschere veneziane sono inizialmente scisse dalla storia del Carnevale. Se i primi festeggiamenti di strada sono testimoniati già dall’anno mille, l’uso delle maschere viene regolamentato solo a partire dal 1200 e nel 1400 nasce l’ordine dei fabbricanti di maschere veneziani, i “mascareri”.

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Storia maschere di Venezia. Uso quotidiano
Uso quotidiano delle maschere sul quadro di P.Longhi “Il venditore di profumi”

Storia delle maschere di Venezia: le origini

Anche se oggi l’uso della maschera è parallelo ai festeggiamenti carnevaleschi, forse non tutti sanno che un tempo i veneziani erano mascherati per molti mesi all’anno, principalmente per tre ragioni:

  •  il Carnevale anticamente andava dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri;
  • la maschera veniva indossata come “precauzione” in affari rischiosi, come il gioco d’azzardo o i loschi scambi fra mercanti e contrabbandieri;
  • chi era mascherato “giocava” ad interpretare un ruolo e come tale non poteva essere arrestato per le sue condotte al limite della legalità.

La storia delle maschere accompagna quindi diverse esigenze durante la Repubblica della Serenissima. Nonostante le leggi più perbeniste, la maschera fu permessa per secoli come versione veneziana del romano “panem et circenses”, ovvero un modo tollerato di lasciare che le tensioni fra le classi si risolvessero senza sfociare in episodi estremi.

Attenzione, però: non erano solo le classi subalterne a mascherarsi per sbeffeggiare la nobiltà. Anche gli aristocratici avevano bisogno di un certo anonimato per potersi comportare con un livello di libertà sconveniente per il loro rango!

Maschere di Venezia proibite, maschere permesse

Alcuni ambiti sociali vennero nel tempo colpiti dal divieto o dall’obbligo di indossare le maschere. Nella storia della Serenissima si susseguirono leggi che proibivano di indossare la maschera nei casinò, durante la notte, nei monasteri, nei postriboli (per colpire principalmente l’uso della Gnaga, la maschera da gatta indossata dai maschi che si prostituivano). Allo stesso tempo, la maschera era obbligatoria per le donne che andavano a teatro ma vietata alle ragazze in attesa di marito.

Col passare del tempo, la maschera venne permessa solo durante il Carnevale e nel corso dei banchetti speciali: da qui il suo forte legame con la celebre festa veneziana. Cadde definitivamente in disuso con la fine della Serenissima, nel 1797, e rimase nei cassetti di Venezia per quasi 200 anni.

La storia delle maschere veneziane più tipiche

Come si diceva all’inizio, la storia delle maschere è strettamente intrecciata alla vita veneziana. Grandi celebrità mascherate, personaggi di fantasia o nobili mestieri sono stati immortalati nell’iconografia cittadina.

Giacomo Casanova: avventuriero, intellettuale e libertino veneziano, grande frequentatore dei più prestigiosi ed equivoci salotti della città, viene spesso ritratto mascherato;

Il medico della peste: se un tempo il medico della peste indossava una maschera dal lungo naso imbottito di medicamenti disinfettanti per questioni sanitarie, la sua figura suggestiva dal profilo inconfondibile è diventata una maschera tradizionale;

La Baùta: completata da tricorno e tabarro, la Baùta è la maschera veneziana per eccellenza, indossata da uomini e donne in tantissime occasioni del passato. Può essere bianca o riccamente ornata, ma resta una delle protagoniste del Carnevale di Venezia.

Maschere di Venezia. Bauta
La bauta
Maschere di Venezia commedia dell`arte

La commedia dell’arte: gli spettacoli teatrali, acrobatici e di strada vedevano spesso come protagoniste le maschere della commedia dell’arte. Tali travestimenti includevano accurati dettagli anche sul vestiario.

Sono giunte fino a noi le celebri maschere veneziane di Pantalone, mercante vecchio a avido, seguito dalla figlia Rosaura e da Colombina, la servetta civettuola. Arlecchino, il tuttofare furbetto, è spesso stato il fidanzato di Colombina: questa maschera di origine bergamasca e francese è stata “adottata” dalla commedia dell’arte veneziana, diventando uno dei suoi simboli.

Durante il Carnevale di Venezia si possono vedere molti tipi di maschere di varie forme e colori. Alcuni maestri mascareri hanno creato anche una maschera che copre solo una parte del viso e la chiamano Colombina, sebbene l’omonimo personaggio della Commedia dell’ Arte non indossasse una maschera. Questa cosiddetta mezza maschera è spesso decorata con l’oro, argento, cristalli e piume.

Laboratorio Maschere Venezia: impara l’arte

Quando nel 1979 la maschera fu riammessa a Venezia, tornarono a fiorire le botteghe dei mascareri, segno che la tradizione era solo rimasta sopita sotto la cenere senza mai spegnersi del tutto.

Ancora oggi, lungo le calli si incontrano atelier di vestiti veneziani tradizionali e maschere d’epoca ed è possibile cimentarsi in prima persona nella creazione e nella decorazione di maschere con divertenti laboratori di maschere di Venezia per grandi e per i bambini.

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